Emergenza caldo: la formazione, i turni e gli indumenti di lavoro
Emergenza caldo: la formazione, i turni e gli indumenti di lavoro
iguardo alla prevenzione e alla protezione dei lavoratori il documento fornisce alcune indicazioni sull’organizzazione dei turni di lavoro.
Infatti “la modifica degli orari di lavoro è un efficace strumento per ridurre il rischio di esposizione al calore per i lavoratori”.
In particolare, si raccomanda:
- “la riprogrammazione delle attività che non sono prioritarie e che sono da condursi all’aperto nei giorni con condizioni meteoclimatiche più favorevoli
- la pianificazione delle attività più impegnative dal punto di vista fisico durante i momenti più freschi della giornata e di quelle meno impegnative nei momenti più caldi
- alternare i turni tra i lavoratori
- mantenere gli indumenti appropriati anche nelle zone di ombra per avere una corretta protezione dalla radiazione solare riflessa dall’ambiente circostante
- l’interruzione del lavoro se le misure di prevenzione sono inadeguate in caso di rischio di malattie da calore molto alto, come ad esempio:
- nelle fasce orarie in cui le mappe Worklimate prevedono un livello di rischio ALTO (indicato in rosso) o per livelli misurati in loco e che si attestano su valori elevati dell’indicatore Heat Index.
- nelle fasce orarie in cui le mappe Worklimate prevedono un livello di rischio moderato (indicato in arancione) per lavorazioni che richiedano uso di DPI o indumenti da lavoro pesanti o livello di rischio basso (indicato in giallo) in caso di suscettibilità individuale.
Prevenzione degli effetti del caldo: indumenti da lavoro e attività in solitario
Il documento riporta anche alcune indicazioni sugli indumenti da lavoro.
Si indica di fornire ai lavoratori:
- “cappelli a tesa larga e circolare per la protezione di capo, orecchie, naso e collo;
- abiti leggeri di tessuto traspirante;
- scarpe di sicurezza /protezione di modello estivo;
- indumenti da lavoro refrigeranti, da valutare di concerto con i lavoratori” e i medici competenti (MC), “in situazioni specifiche in cui le misure di tutela attuate non siano sufficienti a prevenire lo stress termico”.
Inoltre nelle lavorazioni all’aperto:
- “È importante indossare occhiali da sole con filtri UV adeguati, preferibilmente avvolgenti o con protezione laterale
- in dipendenza dal tipo di attività lavorativa svolta, abiti leggeri a trama fitta, traspiranti e di colore non bianco, a meno che non si tratti di abbigliamento tecnico con certificata protezione dalla radiazione UV
- come ultima linea di difesa e solo a seguito di parere positivo da parte del MC, consigliare ai lavoratori di applicare una crema solare ad alta protezione (SPF 50+) nelle parti del corpo che rimangono scoperte”.
Si sottolinea poi che “nessun lavoratore deve lavorare da solo al caldo: in caso di insorgenza di segni e sintomi di malattie da calore ci deve essere sempre un compagno vicino che possa chiamare il 118 (o il numero unico 112) e prestare il primo soccorso”.
Prevenzione degli effetti del caldo: l’importanza della formazione
Veniamo, infine, ad un tema importante per la prevenzione: la formazione dei lavoratori.
Si indica che è importante che “la formazione dei lavoratori sugli effetti sulla salute dello stress da caldo e da esposizione a radiazione solare, i sintomi delle malattie da calore (come e quando rispondere ai sintomi e come prevenirne l’insorgenza), le condizioni di suscettibilità individuali”, “venga fatta in una lingua che i lavoratori comprendano”.
E per tutti i lavoratori ed i preposti che effettuino lavorazioni all’aperto o in ambienti chiusi non
condizionati “dovrebbe essere previsto un corso specifico di addestramento allo stress termico ed alla esposizione alla radiazione solare. I contenuti del corso dovrebbero riguardare i criteri di prevenzione riportati nella presente scheda ed il primo soccorso in caso di presenza di patologie dovute al caldo ed al sole”.